Perdita di peso e stato emotivo

Iniziare una dieta che proviene da una corretta piramide alimentare e portarla avanti con risultati finali soddisfacenti è difficile ma non sempre è un fatto di scarsa volontà. I fattori psicologici sono molteplici e le fonti di distrazione e tentazione sono molte. Per cominciare mettete in atto lo stratagemma di bere acqua prima dei pasti; un mezzo litro al mattino e un mezzo litro al pomeriggio; vi verrà meno fame e vi sentirete leggermente sazi.

Affrontate la dieta con serenità e non come un castigo; incentivate la vostra mente con immagini piacevoli tipo persone in vista dal fisico glamour che ammirate; pensate positivo non fate del cibo un bastione da difendere ma rinunciatevi con allegria pensando che poi vi piacerete di più; che potrete infilare quel tubino firmato che dalla vetrina vi strizza l'occhio, fate della vostra dieta l'occasione per scoprire nuovi sapori e imparate a gustare cibi crudi e poco conditi; quando non ce la fate più per la fame sgranocchiate una carota o mezza mela masticando lentamente, questo vi darà un vago senso di sazietà.

Distraetevi con della musica, uscite a fare shopping fate sesso o una bella nuotata ogni volta che pensate a lasagne torte e intingoli. Prefiggetevi un obbiettivo piccolo modesto ad esempio perdere mezzo chilo e andate per gradi, non abbiate la pretesa di perdere 20 chili in 15 giorni è fantascienza! Bevete molto e solo acqua, e affrontate la dieta con un sorriso...vedrete funzionerà.

Come capire se si è sovrappeso:uno strumento è rappresentato dal Bmi (body mass index) indice di massa corporea. Si tratta di un rapporto tra il peso e l' altezza. Un BMI tra 18,5 e 24,9 è giusto, con un BMI 25-29,9 si è in sovrappeso e con un BMI di 30 o più si è obesi di primo grado fino a 40, da 40 in poi grave obesità.Per calcolare il Bmi si divide il peso di un soggetto, espresso in kg, per il quadrato della sua statura espressa in metri. In un individuo alto 175 cm e pesante 70 kg, il calcolo del BMI si basa dunque sulla seguente equazione:BMI* = 70 / (1,75x1,75) = 22,9 kg/m2.

Rischi e controindicazioni Piercing e Tatuaggi all' Henne

I piercing ed i tatuaggi all' Henne', quelli non permanenti, vanno tanto di moda, soprattutto tra i giovani ma non sono privi di controindicazioni per coloro che li fanno. Il primo grido d'allarme sui rischi derivati dal piercino lo fa il Sip, società italiana di pediatria: "circa 1 persona su 3 che fa il piercing su lingua, naso e bocca va incontro a complicanze mentre a 1 su 100 capita addirittura di doversi rivolgere alle cure del pronto soccorso" ha spiegato al 67° Congresso Nazionale della Società Italiana di Pediatria, Mauro Paradisi, specialista in dermatologia pediatrica. I rischi del piercing vanno dai sanguinamenti a infezioni, cheloidi (soprattutto sulla lingua, sulla zona attorno agli occhi e sui genitali) e nei casi più gravi persino endocardite.
Un fenomeno ancora più inquietante emerso durante il Congresso è che è iniziata la moda del piercing “fai da te”. Questo perché lo vogliono anche i giovanissimi, ma siccome per rivolgersi ai negozi autorizzati ci vogliono almeno 14 anni, o il nullaosta dei genitori tra i 14 ed 1 16 anni, i ragazzi se lo fanno da soli, anche a scuola, con aghi sterilizzati male o con graffette. Ovviamente con conseguenze ancora più preoccupanti. “Ci sono quelli che per tenerlo nascosto ai genitori continuano a metterlo e toglierlo, esponendosi addirittura ai rischi di gravi infezioni da staffilococco aureo”, fino alla endocardite batterica spiega Paradisi. I più esposti ai rischi sono soprattutto i maschi, perché "proprio in loro - dice Paradisi - la percezione dei pericoli é più bassa". E’ quindi molto importante fare opera di educazione sui rischi del piercing, a partire dalle scuole.

Rischi dei tatuanni all' Henne:
possono provocare eczemi fastidiosi e persistenti. Tanti che negli ultimi 5 anni sono aumentate le reazioni causate dai tatuaggi semi-permanenti. A dirlo è ancora una volta Mauro Paradisi, dermatologo pediatrico dell'Idi di Roma, sulle pagine della rivista della Società italiana di pediatria. «A differenza dell'hennè classico - precisa - quello usato per i tattoo contiene varie sostanze per fissare il colore, tra cui la parafenilendiamina, normalmente usata per colorare i capelli. Le norme europee fissano la concentrazione massima al 6%, mentre l'hennè per i tatuaggi ha una concentrazione superiore al 10-15%». Così può capitare che anche dalla prima volta in cui lo si fa, il tatuaggio provochi eczemi. «Non solo, - continua - c'è anche il rischio di sensibilizzazione permanente a questa sostanza, contenuta in molti altri prodotti».