Togliere tonsille o atenoidi, è necessario?

E' necessario togliere ai bambini tonsille o atenoidi? Quando farlo e perchè? Per rispondere a queste domande epidemiologi, chirurghi, otorinolaringoriati e pediatri hanno redatto un documento che sarà utile a tutte le mamme per chiarirsi le idee. Le linee guida stilate sono disponibili sul sito dell' Istituto superiore di sanità. La rimozione di tonsille e atenoidi è «particolarmente consigliata» nei bambini in cui l'ingrossamento delle stesse provoca la sindrome dell'apnea ostruttiva notturna (OSAS), disturbo respiratorio che si manifesta durante il sonno. «I bambini che ne soffrono - si legge - russano, respirano con la bocca durante il sonno, possono avere delle pause nella respirazione e, durante il giorno, sono di solito assonnati e poco concentrati sulle attività quotidiane». «Utile» togliere le tonsille se si hanno più di 5 tonsilliti l'anno da almeno un anno dopo, o se si ripetono episodi di ascessi peritonsillari. «Il medico - sottolineano gli esperti - dovrebbe decidere se fare l'intervento solo dopo altri sei mesi di osservazione». Un capitolo è dedicato alla relazione otiti-adenoidi. Quest'ultime vanno tolte se le loro dimensioni provocano almeno tre otiti medie acute in sei mesi o più di quattro volte in un anno che non passano con le normali terapie. Sì all'intervento anche per quanto riguarda l'otite media cronica secretiva in presenza di una riduzione della capacità uditiva. Nelle linee guida si spiega infine in cosa consiste l'operazione, i tempi di degenza e i rischi. Tutte regole valide sia per i grandi che per i bambini.

Ecografia morfologica, non tutte le malformazioni vengono rilevate

Il 10% dei neonati presentano malformazioni alla nascita di cui il 30% di tipo grave. Sono i dati riportati da Claudio Giorlandino, presidente della Società Italiana di Diagnosi Prenatale e Medicina Materno Fetale durante il convegno "Lo studio morfologico del feto". L'ecografia morfologica che si effettua alla 23esima settimana della gravidanza solo nel 60% è in grado di rilevare malformazioni. I genitori dei futuri bambini sono poco informati, secondo Giorlandino, si aspettano troppo da un'ecografia e spesso questo porta a denunce nei confronti dei ginecologi, in aumento in Italia del 12% negli ultimi anni. Le denunce da parte dei genitori per il problema delle malformazioni alla nascita, difficilmente quantificabili, si traducono, però, in un nulla di fatto nel 90% delle volte. «Le malformazioni fetali classificate - dice Giorlandino - sono ben 50 mila differenti, tre nati su 100 in Italia presentano anomalie maggiori (ad esempio labbro leporino o mancanza di un arto), 6-7 su 100 piccole malformazioni, per un totale di un neonato su 10 che nasce con una malformazione". "L'ecografia morfologica - dice ancora il presidente - aiuta a rintracciare molte di queste malformazioni ma non tutte, per esempio prima della 23esima settimana di gestazione solo due su 10 sono visibili, sei su 10 alla 23esima (ovvero 4 malformazioni su 10 non sono visibili con gli strumenti, nonostante siano presenti); inoltre altre malformazioni possono comparire anche in fasi successive della gestazione. Le anomalie più piccole inoltre non si vedono che nel 20% dei casi. Molto dipende dall'esperienza del ginecologo che fa l'ecografia". "Ma anche la mamma deve sapere che, malgrado l'avanzamento tecnologico che oggi permette anche di vedere il visino del piccolo e i suoi movimenti, l'ecografia non riesce a mostrare tutto".