Risolvere la lacrimazione costante degli occhi con il chirurgo

Come risolvere la lacrimazione costante degli occhi, un disturbo che colpisce dopo i cinquant'anni circa una persona ogni mille? Con la chirurgia. "Gli occhi producono lacrime in continuazione - dice Francesco Bernardini, chirurgo oculoplastico - ma di solito non ce ne accorgiamo perchè vanno nel naso, dove vengono assorbite. Può succedere, per cause ancora non note, che ci sia un'ostruzione del condotto che collega occhi e naso, il dotto naso-lacrimale. Quindi le lacrime ristagnano nell'occhio, costringendo la persona a portare con sè il fazzoletto per asciugarsi continuamente". Un fastidio che con il tempo non migliora, anzi, può portare a conseguenze peggiori. "I colliri danno un sollievo temporaneo - dice ancora Bernardini - ma certo non riaprono il canale ostruito , non risolvendo il problema. A lungo andare, il ristagno del liquido lacrimale causa molto spesso infezioni croniche e, più raramente, episodi acuti di ascesso del sacco lacrimale". La soluzione a questo punto è l'operazione chirurgica all' occhio che rimuove la lacrimazione costante. "Negli anni passati l'intervento era piuttosto invasivo. Prevedeva un'operazione di chirurgia generale, con sacche di emotrasfusione perchè si perdeva molto sangue, e una percentuale di successo del 50%. Un solo paziente su due otteneva risultati soddisfacenti, per questo molti medici non lo consigliavano. Oggi l'intervento si è modernizzato, diventando poco invasivo e con una percentuale di successo superiore al 90%. Viene eseguito in 20 minuti in day hospital, non si perde sangue, non ci sono dolori e non restano cicatrici. Il sacco lacrimale viene riaperto nel naso e le lacrime riprendono a scorrere nel naso, risolvendo il disturbo", afferma il dottor Bernardini.

L'ue vuole abbassare il volume massimo di lettori mp3 e Ipod, rischio per l'udito

La commissione europea vuole abbassare per legge il volume massimo di lettori Ipod ed mp3 per il rischio sordità.Per evitare che i 10 milioni di utilizzatori oggi a rischio perdano l'udito, l'eurogoverno chiede all'industria di trovare nei prossimi mesi una soluzione che limiti i decibal massimi per la musica. Secondo il commissario alla protezione dei consumatori, Meglena Kuneva, che oggi ha presentato le richieste della Ue all'industria, i produttori di lettori di file musicali dovrebbero limitare il volume alla fabbricazione, oppure prevedere dei messaggi di avvertimento quando l'utilizzatore alza l'audio sopra il livello di guardia. Ma l'industria sembra orientata verso soluzioni più leggere come avvisi sulle confezioni come accade per le sigarette e una grande campagna di educazione all'ascolto consapevole.

Diagnosticare l'influenza dopo il primo starnuto, nuovo studio americano

Un gruppo di ricercatori americani sta cercando di verificare la possibilità di diagnosticare l'influenza prima che si manifestino i sintomi classici, come gli starnuti o la tosse: per fare questo sono stati arruolati centinaia di studenti di college, che si mettono i contatto con i ricercatori appena un compagno di dormitorio o di classe si ammala. Quando gli studiosi individuano un ragazzo malato, sottopongono tutti i suoi 'vicinì di banco o di camerata a un test basato sull'analisi di poche gocce di sangue. Il test, in corso di sperimentazione, è finalizzato a identificare i mutamenti molecolari che avvengono nell'organismo mentre questo cerca di combattere l'insorgere di un'infezione virale: i ricercatori della Duke university, guidati dal genetista Geoffrey Ginsburg, chiama questi indicatori le «impronte genomiche» che si mostrano quando il sistema immunitario inizia a combattere un malattia virale respiratoria. In una serie di esperimenti precedenti, gli scienziati Usa insieme a colleghi londinesi avevano verificato l'efficacia del test su volontari che erano stati contagiati direttamente nel naso con diversi virus respiratori. L'esame ha individuato correttamente le «impronte genomiche» nelle persone che avrebbero da lì a poco sviluppato l'influenza o altre malattie respiratorie. Finanziato dal ministero della Difesa americano con 19,5 milioni di dollari, lo studio spera così di dimostrare la possibilità di diagnosticare con grande anticipo i soggetti che sono stati contagiati dall'influenza. In pratica ciò potrebbe portare a procedure di isolamento dei contagiati, in modo da limitare la diffusione del virus.

Un nuovo anticorpo per combattere i linfomi

Dal 2013 sarà disponibile un'arma in piu' per combattere il linfoma, il tumore maligno che attacca il sistema linfatico e di cui soffrono piu' di 1 milione di persone al mondo. Si tratta di un nuovo anticorpo monoclonale di terza generazione che ha tre caratteristiche che lo differenziano da quelli delle generazioni precedenti: è glico-ingegnerizzato, il suo sito di attacco al recettore CD20 è diverso da quello a cui si lega il rituximab, e il suo meccanismo di azione di basa su una rilevante attività pro-apoptotica. Nell' attesa l'importante è "diffondere la conoscenza in modo che il malato abbia la consapevolezza di avere una malatia spesso guaribile quasi sempre curabile", dice il professor Franco Mandelli, presidente dell'Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma (Aim). "Fra i bambini siamo riusciti a raggiungere l'85% di guaribilità, ma non basta. La ricerca deve continuare perchè già ora abbiamo nuovi farmaci intelligenti, che, colpendo in modo mirato solo le cellule tumorali - aggiunge il professore - sono meno debilitanti per il paziente, sono meno tossici e più potenti". Come conferma anche Maurizio Martelli, ricercatore del Dipartimento di Ematologia all'Universita di Roma La Sapienza: "il solo anticorpo non sostituisce la chemioterapia, ma la sua aggiunta ha migliorato in modo significativo i risultati in termini di remissione completa della malattia e di sopravvivenza".

Il cloro delle piscine può sviluppare asma e allergie

Attenzione alle piscine trattate con cloro, in persone particolarmente sensibili può aumentare il rischio di asma e allergie, soprattutto nei bambini già predisposti a queste malattie. Lo rivela uno studio di Alfred Bernard, tossicologo presso l'università Cattolica di in Belgio, pubblicato sulla rivista Pediatrics e riportato sul sito dell'agenzia Reuters. Gli esperti hanno confrontato 733 adolescenti tra i 13 e i 18 anni frequentatori di piscine igienizzate col cloro e 114 coetanei frequentatori di piscine pulite mediante trattamento dell'acqua tramite ionizzazione rame-argento. È emerso che tra i giovani che nuotano nelle piscine col cloro il rischio di febbre da fieno è maggiore da 3,3 (oltre il triplo) a 6,6 volte in più rispetto a quello degli adolescenti che nuotano nella piscina pulita con rame e argento. Il rischio di rinite allergica da 2,2 (oltre il doppio) a 3,5 volte in più. È possibile, conclude l'esperto, che il cloro in acqua e nell'arria venga respirato dai ragazzi causando irritazione delle vie respiratorie che facilita le allergie in chi è già predisposto.

La doccia può essere pericolosa contiene pericolosi batteri all'interno del diffusore

Attenzione alla doccia, i "cipolloni" che spruzzano acqua potrebbero contenere pericolosi batteri. La notizia, pubblicata su "Pnas", arriva dall' Università del Colorado di Boulder negli Stati Uniti. Alcuni ricercatori hanno analizzato 50 diffusori di acqua delle docce in nove città di sette Stati americani (tra cui New York, Chicago e Denver) concludendo che il 30% di questi dispositivi ospitava significativi livelli di Mycobacterium avium, un patogeno legato a malattie polmonari che spesso attacca persone immunodepresse, ma in alcuni casi può anche colpire quelle perfettamente sane, spiega Norman Pace, primo autore della ricerca. Non solo: i ricercatori hanno scoperto che alcuni di qusti batteri e altri patogeni correlati erano riuniti insieme in sottili biofilm che si collocano all'interno dei diffusori della doccia, con una concentrazione ben maggiore rispetto alle acque municipali. Risultato? «Se, aprendo il rubinetto, si prende un getto in pieno viso probabilmente insieme ci arriva una concentrazione particolarmente alta di Mycobacterium avium, cosa che può non essere troppo salutare», sostiene Pace. Alcuni ricercatori del National Jewish Hospital di Denver riferiscono inoltre che l'aumento delle infezioni polmonari negli Usa - dovute a micobatteri non tubercolotici - può essere legato proprio alla preferenza negli anni verso la doccia, rispetto alla vasca da bagno. Anche perchè l'acqua contaminata della doccia viene spruzzata in microgoccioline nell'aria dal "cipollone", particelle che possono essere inalate facilmente per arrivare in profondità nei polmoni. I sintomi della malattia polmonare causata dal Mycobacterium avium includono stanchezza, tosse secca persistente, fiato corto, debolezza e malessere diffuso, spiega lo specialista. Il suo team ha prelevato i campioni nelle docce di case, palazzine e luoghi pubblici in quattro stati dell'Unione. Scoprendo che nei piccoli centri e nelle città minori i livelli di questo patogeno nell'acqua della doccia sono molto meno preoccupanti rispetto a metropoli come New York. Ma allora fare una doccia è pericoloso? «Probabilmente no, se il tuo sistema immunitario non è compromesso. Ma comunque c'è un rischio associato a questa azione, come in ogni altra», dice Pace. E dal momento che i diffusori per doccia in plastica sono risultati più spesso contaminati, ricorrere a quelli di metallo può rappresentare «una buona alternativa».

Attenzione alla vista dei bambini a scuola, se vedono male non imparano

Attenzione alla vista del vostro bambino al ritorno a scuola, se non vede bene potrebbe non imparare. E' l'allarme lanciato dalla commissione Difesa Vista. Secondo una recente ricerca dell'associazione il 51,4% dei genitori sottovaluta il problema del controllo della vista dei propri figli, sette su dieci non ritengono addirittura necessarie le visite oculistiche. La Commissione denuncia in una nota le conseguenze deleterie di questo atteggiamento, tra cui la più grave è che «se il bambino ha la vista bassa, non impara per cui un controllo della vista è fondamentale», dice Francesco Loperfido, responsabile del servizio di Oftalmologia generale presso l'Unità Operativa di Oftalmologia e Scienze della Visione dell'Ospedale San Raffaele di Milano e consulente della Commissione Difesa Vista. Il non vedere correttamente - sia che si tratti di miopia, astigmatismo o ipermetropia - non solo rallenta l'apprendimento, ma può anche provocare stress e angoscia e indurre lo scolaro a posture scorrette. Per esempio, il bambino astigmatico tende a stare storto rispetto al libro mentre il miope si avvicina molto al testo. L'ipermetrope, invece, deve staccarsi dal manuale perchè la visione gli si annebbia. «Questi sono atteggiamenti »spia« da tenere d'occhio», ammonisce Loperfido. Le raccomandazioni dell'esperto sono utili se si considera che, sempre secondo i dati della ricerca, un bambino su tre (oltre il 33%) dai 6 ai 13 anni ha almeno un difetto della vista (in ordine: astigmatismo, miopia, ipermetropia, strabismo). Di questi, ben il 20% non lo corregge, pur sapendo di averlo. Una volta fatto il controllo, la mossa successiva è la correzione con un paio di occhiali. Per i più grandi, che usano spesso il computer, arrivano dagli esperti della Commissione alcune regole di comportamento: ottimizzare la luminosità dello schermo in base alla luce presente nell'ambiente. Fare una pausa di 15 minuti ogni 2 ore trascorse davanti al computer. Adottare un'adeguata illuminazione sia come quantità che come qualità. La posizione della luce nella stanza di studio non deve riflettere su oggetti o su pareti, la giusta situazione di illuminazione si ha quando l'oggetto illuminato ha un costante contrasto.

La pressione sanguigna sale anche per colpa del troppo rumore che si sopporta

A far salire la pressione non ci pensa solo lo stile di vita, l'alimentazione e l'ereditarietà, ma anche il livello di rumore che dobbiamo sopportare, abitare nei pressi di strade rumorose fa infatti salire infatti la pressione del sangue. La scoperta arriva da un gruppo di ricercatori svedesi del Lund University Hospital, autori di uno studio pubblicato su 'Environmental Health'. Il team ha controllato costantemente le condizioni di salute di 27.963 svedesi che vivevano a Scania, osservando che l'esposizione quotidiana ai forti rumori stradali aumenta il rischio di aumento della pressione sanguigna. La squadra guidata da Theo Bodin ha dimostrato che il traffico non è solo fonte di problemi per il respiro e l'udito. «Può scatenare anche altri effetti sulla salute: aumenta la pressione, il battito cardiaco e i livelli dell'ormone dello stress. Abbiamo scoperto - spiega Bodin - che l'esposizione a suoni che superano i 60 decibel è associata a pressione alta in persone relativamente giovani e di mezza età. E questo rappresenta un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari». In totale, stimano gli scienziati svedesi, il 30% della popolazione dell'Unione europea deve convivere quotidianamente con rumori eccessivi legati al traffico. Che però, sempre secondo la ricerca, sembrano infastidire meno gli anziani. Gli ultrasessantenni, infatti, quasi non risentono di problemi legati al frastuono delle auto. «Forse perchè questo elemento diventa meno importante quando aumentano gli altri fattori di rischio legati all'età - ipotizza il ricercatore - Ma potrebbe anche essere che l'effetto negativo del rumore si modifichi con il passare degli anni».

Dormire in letti separati aiuta il sonno

E' meglio dividere il letto o dormire in stanze separate? Se lo sono chiesto molte volte le coppie sposate o conviventi che molte volte devono combattere con le abitudini dell' uno o il russare dell' altro. Un nuovo studio dall' Inghilterra conferma che è meglio dormire separati. Neil Stanley, specialista in disturbi del sonno, ha parlato del problema in occasione del British Science Festival in corso fino al 10 settembre 2009 all'università del Surrey in Gran Bretagna. Secondo Stanley, fra le coppie che dormono nello stesso letto i problemi del sonno sono del 50% più comuni. E dunque anche i danni alla salute, conseguenti alla scarsa qualità del riposo. In effetti, ha ricordato l'esperto, dividere il letto è un'abitudine che si è diffusa solo a partire dalla rivoluzione industriale, quando le persone che si trasferivano dalle campagne alle città per lavorare nelle fabbriche erano costrette a vivere in spazi ristretti e, dunque, a dormire insieme. Precedentemente, nell'età vittoriana o anche nell'antica Roma, il talamo nuziale era solo il luogo dove consumare i rapporti sessuali: poi, ognuno nella sua stanza. Certo, rassicura Stanley, se dormiamo beatamente insieme al nostro partner, non c'è motivo di cambiare abitudine. Ma se al contrario il corretto riposo viene ostacolato, non ci si pensi troppo: si dividano i letti e, possibilmente, le stanze. In caso contrario, il rischio di depressione, ictus, disturbi respiratori e cardiovascolari sono dietro l'angolo per non parlare del rischio della stessa convivenza o matrimonio.

La depressione durante la pubertà potrebbe portare problemi mentali successivamente

Chi ha sofferto di depressione durante iprimi dieci anni di vita o durante la pubertà potraà avere problemi mentali dopo i 20 anni. Lo hanno scoperto gli psichiatri della Columbia University che, insieme al New York State Psychiatric Institute, hanno rilevato che ansia, depressione acuta e problemi alimentari nei 750 soggetti analizzati erano molto più comuni fra coloro che durante l'adolescenza avevano registrato sintomi di leggera depressione, come disinteresse a svolgere attività, difficoltà nel sonno, mancanza di concentrazione e un generale senso di abbattimento. Lo studio, pubblicato sul British Journal of Psychiatry, si è basato su colloqui con i soggetti in due distinte fasi, prima quando avevano fra i 14 e i 16 anni e poi da adulti. Il risultato è stato che chi aveva comunicato una leggera depressione durante l'adolescenza, l'8%, correva il rischio da grande di soffrire di seri problemi mentali quattro volte superiore rispetto a chi non aveva comunicato nessun malessere durante il primo colloquio. Agorafobia, ansia, disturbi assessivo compulsivi e tendenza all'anoressia o alla bulimia aumentavano di due volte e mezzo fra quell'8%. Secondo l'equipe, lo studio getta nuova luce sull'importanza di garantire ai ragazzi il supporto necessario nel momento in cui compaiono piccoli problemi, facendo sì che genitori, insegnanti e il tessuto sociale che li circonda intervengano prima che la malattia degeneri in forme più acute.

I ripetitori di telefonia cellulare disturbano le api

Le onde elettromagnetiche emesse dalle torri di telefonia mobile possono costituire una minaccia per le api intente a produrre miele, lo dice un nuovo studio pubblicato in India. Per la verità la notizia non è nuova, varie ricerche si sono alternate nel corso degli ultimi 3 anni nello studiare la correlazione tra onde elettromagnetiche e vita delle api, questo caso è un' ennesima conferma. L' esperimento condotto nello stato meridionale del Kerala in India ha rilevato un calo improvviso della popolazione delle api in una zona in cui erano installati diversi ripetitori di telefoni cellulari connessi tra loro per aumentare la potenza della rete.
"Le onde elettromagnetiche emesse dalle torri confondono la "navigazione" delle api operaie che vanno a raccogliere il nettare dai fiori per sostenere la loro colonia" dice il dottor Sainuddin Pattazhy che ha condotto lo studio. Pattazhy ha notato che tenendo un cellulare acceso nei pressi dell' alveare le stesse sono incapaci di tornare alla loro "base" che rimane sguarnita con l'unica presenza dell' ape regina e delle uova, in dicei giorni la colonia va al collasso. "Se ci sarà un incremento di torri per telefonia mobile le api potrebbero essere spazzate via definitivamente nel giro di 10 anni", ha detto ancora il dottor Pattazhy.